Sommario o abstract
| Arsenico, cianuro, stricnina, acqua tofana: sono questi i veleni di Palermo; niente metafore dunque, protagoniste di questo libro, pieno di storia e di storie, sono proprio le sostanze tossiche con cui venivano compiuti omicidi di ogni sorta. La Duca incanta con le sue storie e racconta sette secoli di pozioni micidiali che consentivano assassinii discreti e veloci, insomma delitti perfetti. «I veleni di Palermo. Non quelli che direi veri, i lenti e sottili veleni del vivere a Palermo; ma le immediatamente fatali e volgari pozioni, il poison criminalmente dosato nella domestica minestra, nelle salse, negli intingoli, nelle creme; il mort-aux-rats promosso a funzioni liberatorie nelle asfissie da marito o da moglie, negli amori impossibili, nelle possibili ma tardanti eredità. Il veleno comprato dallo speziale con la scusa della casa e del vicolo da disinfestare; o pagato lautamente alla fattucchiera rivelando luso cui è destinato; o segretamente distillato da erbe e sali. Il veleno dei casi che generalmente si dicono sordidi: gli amorazzi, la roba, le insopportabili vessazioni del pater familiae; lodio che si accumula giorno per giorno, ora per ora; limpazienza che si acuisce e delira; la livida invidia e rapace». Dallintroduzione di Leonardo Sciascia |