Sommario o abstract
| La seconda metà del secolo XVIII fu caratterizzata da un febbrile movimento rinnovatore che aderiva al presente ed al reale, aspirante a creare, vicino alla scienza ed alla filosofia, una letteratura moderna, utile, contingente, piena di pensieri e di cose. Il Caffè fu un periodico italiano, pubblicato dal giugno 1764 al maggio 1766. Nacque a Milano ad opera dei fratelli Pietro ed Alessandro Verri con il contributo del filosofo e letterato Cesare Beccaria e del gruppo di intellettuali che era solito raccogliersi all'Accademia dei Pugni. Compito del giornalismo è quello di scuotere l'inerzia dei fatali adattamenti e delle prudenti rinunzie. I compilatori del Caffè, a cominciare da Pietro Verri, mancarono del senso dell'unità nazionale italiana, ma accettarono la realtà politica dell'epoca col fermo proposito di contribuire a preparare un'epoca migliore con la loro opera giornalistica e sociale. Essi vollero che la lingua si usasse come mezzo e non come fine: cose e non parole, combatterono la dissolutezza e l'oziosità dei nobili, pur affermando l'importanza sociale del lusso, trattarono razionalmente di agricoltura e di ogni provvida novità. Con tutto ciò il Caffè contribuì, con larghezza moderna di vedute, a snebbiare l'intelligenza del popolo italiano, a ridestarne la coscienza sociale e a restaurarne la cultura. |